giovedì 19 gennaio 2012

Costa concordia:il naufragio della VERGOGNA


Qualche giorno ne fa ne abbiamo parlato e ho messo i video,li rimetterò ora per farvi vedere anche con immagini:
è lui che ha portato a questo punto,e poi ora si trova a casa sua,dopo giorni rinchiuso in cella per abbandono di nave,perché lui è        sceso fra la metà nella mezzanotte,quando ancora c'erano bambini lì dentro.
(video sopra) La chiamata fra il comandante Schettino e quella delle  capitaneria. E in questa chiamata si presume questo:
Schettino è titubante, dice di aver telefonato alla società e che ci dovrebbero essere ancora 100 persone a bordo (ma anche questo dato non è esatto) in quel momento erano molti di più i passeggeri in attesa di essere evacuati. Ma ciò che sconcerta è l’atteggiamento di Schettino; sembra assolutamente riluttante a risalire sulla nave, quando il codice della navigazione punisce duramente (con 12 anni di reclusione) un comandante che abbandona la nave. Invece lui Schettino era già a bordo di una scialuppa quando molte persone erano in bilico sulla Costa Concordia, inclinata ad 80 gradi. Ed è nel corso di questa chiamata che Schettino candidamente ammette che: “Hanno abbandonato la nave” lasciando presagire che sulla scialuppa, insieme a lui ci siano altri ufficiali. Insomma davvero triste il comportamento di quest’uomo (almeno stando alle telefonate) che ha clamorosamente dimostrato incompetenza e codardia. La telefonata è così:

" Cosa vuol fare, andare a casa?". Sono quasi le due di notte di sabato 15 gennaio, e al telefono - in una telefonata pubblicata dal Corriere Fiorentino, e che potete trovare qui sopra -  ci sono la capitaneria di Porto dell'Isola del Giglio e Francesco Schettino, il comandante della Concordia, la nave da crociera che poche ore prima si era incagliata sugli scogli dell'Isola, e ora era pericolosamente intenta ad affondare nelle acque del Tirreno. Il tono della chiamata non e' reso teso solo dalla frenesia di quei momenti, ma anche dal fatto che Schettino continua a dare versioni discordanti su quanto stia effettivamente facendo. In qualita' di capitano della nave, dovrebbe esservi sopra, per sovrintendere e coordinare le operazioni di abbandono. Ma alcune testimonianze lo collocano sugli scogli gia' alle 23.30. E alcuni dettagli delle sue parole nelle prime chiamate con la Capitaneria insospettiscono gli ufficiali. Che a un certo punto sbottano.
La prima telefonata
Schettino riceve la prima chiamata alle 00.32. A quell'ora, secondo alcuni testimoni, Schettino risponde dagli scogli. Gli viene chiesto quante persone sono ancora a bordo: 200, 300 e' la risposta. Improponibile, visto che questo significherebbe essere riusciti a evacuare 3mila persone in 40 minuti. "Ora torno sul ponte", dice, "Ero andato a poppa per capire cosa stava succedendo". "Rimarrà solo lei?", gli chiedono. "Credo di rimanere solo io".
"Abbiamo abbandonato la nave"
Dieci minuti dopo, la Capitaneria lo richiama. "Quante persone devono essere ancora evacuate?" "Ho chiamato la società e mi dicono che ci sono un centinaio di persone". Falso: a quell'ora l'evacuazione e' in pieno svolgimento. "Io sto coordinando", dice, ma poi gli sfugge un: "Non possiamo salire più a bordo perché stava appoppando. Abbiamo abbandonato la nave". "Comandante, ha abbandonato la nave?" "No, no, macche'".

"Quanti cadaveri ci sono me lo deve dire lei"
Un'ora piu' tardi, il tono non e' piu' dubitativo: la Capitaneria di Porto ordina al comandante di risalire sulla sua nave. "Adesso lei va a prua, risale la biscaggina (la scala di corda delle navi, ndr) e coordina l'evacuazione. Ci dice quante persone ci sono ancora: se ci sono bambini, donne, passeggeri e il numero esatto di ciascuna di queste categorie. Vada a bordo. Cosa fa, lascia i soccorsi?". Schettino: "No, no, sono qua, sto coordinando i soccorsi". L'ufficiale: "Comandante, è un ordine, ora comando io. Lei ha dichiarato l'abbandono nave, vada a prua, risalga sulla nave e vada a coordinare i soccorsi. Ci sono già dei cadaveri". Schettino: "Quanti?". L'ufficiale: "Deve dirmelo lei, cosa vuole fare, vuole andare a casa? Lei ora torna sopra e ci dice cosa si può fare, quante persone ci sono e di cos'hanno bisogno". Schettino: "Va bene, sto andando". Non ci torno' mai, secondo la Capitaneria. Ora Schettino e' in carcere, accusato di reati gravissimi, tra cui l'abbandono della sua nave. E la procura di Grosseto sarebbe pronta a emettere altri tre avvisi di garanzia per altrettanti ufficiali della nave con gli stessi capi di accusa del comandante.
Video sullA NAVE:

Ma cosa possiamo dire?
Un comandante di questi non lo dovevano scegliere.
Commentate,scrivete la vostra opinione.
Alcuni difendono Schettino,ma che dire. Non so,sono indecisa.Alla prossima.






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